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Adriano Bon Artista

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Filosofia

Parte seconda
La tendenza dell’attualità è quella di sgretolare i già traballanti modelli etici tradizionali che non reggono di fronte all’umanità attuale spossessata o a quella d’intelletto accresciuto che produce "verità" personalizzate o che le nega del tutto muovendosi sul piano orizzontale del libero arbitrio. Con ciò abbiamo un pullulare di sempre nuove congetture mentalistiche che intaccano gli equilibri degli antichi valori  e regole di buon senso laico e religioso, utili per lo meno provvisoriamente, ad una convivenza tranquilla e rispettosa, e di questo passo se non s’intercetta in tempo “una nuova via per convivere ad arte” si può prevedere, in un vicino futuro, il prevalere ed imporsi di una maggioranza invertita, dove per assurdo si potrà valutare il supposto bene tradizionale come un male e il supposto male come un bene. Come se ne esce? Ancora non ci aiutano filosofia, scienza e religione.

Filosofia: l’intelletto moderno non gradisce le linee ideali e morali tradizionali, di contro non sembra in grado di sostituirle. Teorizza dialetticamente forti visitazioni logiche in tutte le direzioni ma non possiede appigli per dare convincimento e provabilità a nessuna nuova tesi, ricadendo con ciò a inevitabili scelte-accettazione per laiche fedi o misticismii.
Religione
: quelle più significative interpretano con la fede nell’Architetto Primo un percorso di valori definiti. Troviamo un Principio spirituale creatore dello spazio/tempo universo, della natura terrena e dell’uomo. Uomo che poi coglie con la sua esperienza, intelligenza e suoi limiti, delle rivelazioni; umanamente le interpreta e le racchiude in dogmi teoretici, dopodiché viene fatta distinzione tra chi è dentro e chi è fuori dal giusto. Il limite come già detto sta nella sua indimostrabilità per cui per il pensiero moderno la soluzione religiosa è solo una tra le ragionevole ipotesi.
Scienza:
può studiare, conoscere, scoprire e dimostrare i meccanismi del “già fatto”, di tutto ciò che sta entro il campo della materialità fisica e può riprogrammarla con tecnologie sempre più sofisticate. Con questo stesso metodo tecnoscientifico però, non può indagare, scoprire, verificare la realtà di eventuali archetipi di una dimensione spirituale, come artefici del “già fatto”. Nulla può certificare nemmeno sulle scelte ideali, etiche e artistiche, anzi, l’utilizzo delle sue scoperte potrebbe pure essere altamente nocivo per il mondo e l’umanità, sviluppandosi indiscriminatamente senza vincoli in assenza di etica. Di cui abbiamo eclatanti esempi.

In conclusione, ci troviamo di fronte a due scenari estremi.

Prima condizione. Se accettiamo d’esser figli della casualità cosmica, allora non esiste una morale con valori prestabiliti. Nell’arte non ci sarà un "Oltre" al terzo livello. Questo scenario esistenziale suppone un casuale rimbalzo sommatorio e sottrattorio di quanti energetici casualmente e sapientemente aggregati a formar mondi, e qui da noi a produr il vivente. Poi sulla linea ereditaria compattati nei codici genetici a produrre incroci e interconnessioni di stimoli regolativi nei circuiti  dei cervelli. Infine secrezioni organizzate di pensieri ed esternazioni che riflettono piacere, vivenza, perdizione, ubbie, routine. Automi, ma convinti d’essere Ego pensanti: provvisti di un super-ego ma incerti sull’identità, quando nell’anima psichica viviamo l’angoscia di sentimenti e impulsi contrapposti; e come intellettuali estremi osserviamo e deduciamo appunto, l'assenza di un “soggetto” che possa signoreggiare con pensare autonomo su ogni stimolo e inclinazione. Infatti, frugando dentro le teste, i ricercatori non hanno ancora trovato dove si nasconda un ”Io” che rimane la grande incognita. Se non comanda un “Io”, comanda in noi il “caso organizzato” che si esprime come “ego automatico” e l’evoluzione sarà in mano a gruppi cerebrali preformati dal “fato” che, in base alle affinità chimico/elettriche produrranno successive connessioni e fatti. In questa direzione non si potrà mai delineare un ragionamento logico che possa definire valori forti, come base valida per tutti, ma  solo infinite e argute speculazioni sul piano orizzontale che potranno affermare e attestare con arguzia, tutto e il contrario di tutto, per cui tutti già ora hanno ragione, e quindi tutti hanno torto! Prospettiva questa, filosoficamente già codificata, quindi su questa linea di pericoloso barocchismo evolutivo/involutivo non c’è più nulla di fondante ed essenziale da aggiungere.

Seconda condizione. Si avrebbe invece una svolta imprevedibile se potessimo dimostrare che l’architettura macro e micro galattica rientra, in un grandioso e complesso progetto di un “Io cosmico” operante un’evoluzione in divenire “la Verità”, dentro alla quale la figura umana sembra un incidente di percorso, perché nella vastità è l'unico tassello in possesso del libero arbitrio. Ma voluto, perché posto e predisposto per contenere come seme-verità un proprio “Io microcosmico” che attende di realizzarsi per crescere e conoscere: collocato al centro del mistero, finalizzato alla libertà di avventurarsi ad ignorarla, negarla, contrastarla o intenderla e conseguirla da sé. Allora in quest’ultimo caso, tutte le personali angolazioni e prospetti dei singoli, convogliate al medesimo fine, pur nella diversità, troverebbero composizione e sintonia. Ogni uomo-stella, rappresentante e portatore di un tassello di quella Verità, potrebbe comporlo e congiungerlo agli altri: alternativa all'attuale rimescolare tasselli mossi da interferenze devianti e pulsioni contrapposte.

ARTE quarto livello.
Artisti per questo livello quindi, sarebbero coloro che da individuali punti d’osservazione e introspezione andrebbero a scoprire pezzi di verità archetipiche nascosti nella complessità cognitiva e creativa dei regni del pianeta, per manifestarli in opere sostanziali. Questi contenuti di valore procederebbero su vari binari operativi personali ma tra loro armonicamente integrabili come indicatori di una linea evolutiva potenzialmente positiva.
Con questa insistente tesi, individuando un “Oltre” possibile e ripercorribile, avremmo l’arte del quarto livello. Ciò darebbe un sostanzioso contributo anche per un’etica cosmopolita. Questa ipotesi, una volta accertata farebbe inevitabilmente convergere arte, religione e scienza. L’arte con verità d’immagini svelate diverrebbe, poetica della conoscenza; la scienza apprendendo l’indagine conoscitiva dismassata, obiettiverebbe il risvolto spirituale delle leggi matematiche; la religione travalicando il credere, con auto-conoscenza, diverrebbe scienza dello spirito, coadiuvando arte e scienza. Si richiede però urgentemente la prova per questa tesi. Ma, religione, filosofia e scienza, abbiamo detto, attualmente sono impotenti a darcela.

Quali e quante sono le nostre potenzialità conoscitive?
Fondamentalmente sono quattro: il sistema percettivo sensoriale; quello emotivo-affettivo; il mentale pensante; ed infine l’intuizione. Quindi ci rimane ancora d’affrontare l’analisi della facoltà intuitiva.