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Adriano Bon Artista

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1/3 Filosofia

LA QUESTIONE DELL’ARTE.

Parte Prima
Chiunque ha il diritto di lodare o denigrare un’opera ma la riflessione sul concetto, sull’essenza dell’arte, sulla grammatica e qualità degli artefatti, va circoscritta al mondo culturale pensante, inteso nel senso più ampio.
Le loro, saranno comunque discussioni proficue, anche se tutti i tentativi di definire l’arte continuano a non essere convincenti, anzi si contraddicono tra loro e in questi tempi confusi si allontana l’individuazione di requisiti concordanti, per cui si formano variegati sposalizi d’opinione per “gruppi in affinità”.
Queste discordanze avvantaggiano chi possiede le redini del gioco, i sistemi forti, istituzionali, culturali o di mercato che determinano e impongono le loro icone/valore, a volte valide, ma frequentemente le caste decretano arbitrariamente un colonialismo ideopoetico  per godimento di potere e/o fini lucrosi.
A prescindere dal nostro personale percorso artistico, noi qui vogliamo tentare un’analisi filosofica ragionata e leggibile per ordinare la complessa materia che riguarda la Questione dell’arte”.
La tesi che troviamo utile e proponiamo sarà quella di differenziare, i temi ragionati, su piani diversi, definendo per ogni piano a se stante le sue proprie caratterizzazioni.
Iniziamo però con il testare l’attuale spaccato eterogeneo di ciò che si legge in riferimento alle “Citazioni sull’arte”.
ARTE come:

* Ricerca del bello e buono secondo verità / elevazione oltre la vita pratico-materiale che illumini il presente e riveli bellezza e armonia, delle leggi naturali / religiosità laica / interpretazione delle leggi naturali attraverso la sensibilità dell’artista / equilibrio e armonia delle forme che rasserenano.
* Forme significanti che scaturiscono dalle relazioni tra le parti / estetizzazione del reale / apparato di relazioni simboliche / complicazione di segni e linguaggi / scansioni ed equilibri matematico geometrizzanti / rapporti innovativi del linguaggio / originalità intellettuale e semantica / stabilizzazioni e opposizioni dialettiche / alterazione di valori per l’evoluzione del reale.
* Simbolizzazione di valori trascendenti / aspetti invisibili del pensiero / lampo, ispirazione magica che diviene atto compiuto  / divino soffio dello spirito creatore che si incontra con il genio dell’uomo / sguardo su orizzonti sconosciuti sulle tracce dell’eterno nel reale / ricerca del senso recondito delle cose  oltre il velo delle apparenze / ciò che svela il mondo dell’ineffabile / scrutare il mistero della vita e della morte / viaggio oltre i limiti della conoscenza alla ricerca del sublime / squarciare il velo della materia per trovare la sintesi primordiale / appello al mistero e alla fruizione profetica / ricerca di esistenza supernorma nell'universale.
* Scossa ansiogena che strappa dall’accomodamento quotidiano / scrutare nelle sorgenti del male come attesa di redenzione / alterità virtuale, digitale e telematica multidimensionale dell’umano / categoria estetica di simulacri, ibridi e feticci / mini o macro vetrina ipertecnologica e robotica / unzione infettiva di strategie contaminanti / demistificazione, destrutturazione, trasgressione, provocazione: per scuotere le coscienze / simulazioni, spaesamenti, e dissonanze per  rompere la piattezza e il conformismo / il vuoto, la privazione di tutti i valori.
* Comprensione, interpretazione e rappresentazione del presente / rivisitazione delle cose comuni della vita / dialogare e confrontarsi con le problematiche della propria epoca / tessuto di relazioni storiche, sociali e politiche / progetto pubblico, inatteso e sorprendente / arte, concetto aperto privo di definizione, per cui si possono definire solo le sue forme particolari / tutto ciò che ogni uomo pensa sia arte / status conferito da singoli competitori del mondo artistico.
* Pura creatività e fantasia senza ragione, scopo o significato plausibile, finalizzata alla piacevolezza che seduce / liberazione dell’inconscio, del disagio psichico, dei sogni / emozione estetica, gioco socializzante, l’essere che gioca e fa festa / febbre e allucinazione psicologica, o estasi / corrente di elettrizzazione corporale, calore degli istinti e dei sensi / trasgredire operando con il corpo in chiave di denuncia sociale e politica.
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Captare un potenziale non catalogato, sovra o sub umano / espressione di profonde emozioni del labirinto dell'anima / manifestazione di messaggi subliminali / accrescimento di  consapevolezza / nutrimento d’amore che genera forza / ribellione contro il destino / nasce dalla morte dell’anima e dalla morte trae la vita / prolungamento umano della creazione divina.

Questi sono solo alcuni esempi delle tante interpretazioni contrapposte diffuse da singoli e da apparati artistico/culturali. Sappiamo che le parole si lasciano scrivere e declamare facilmente quando non viene richiesta un’approfondita attestazione logica o motivazione  gnoseologica.
Con questa intenzione ora iniziamo la nostra analisi.

ARTE produzione. La produzione artistica, oltre al linguaggio scritto e verbale che si avvale di parole codificate e concordate che permettono a tutti di capire il significato degli oggetti e dei concetti di riferimento, avviene soprattutto in forma metalinguistica, cioè si avvale dell’assemblaggio di segni, forme, colori, suoni vocali e strumentali, gesti, azioni, oggetti, materie. Tutti indicatori che non sono facilmente decodificabili per la comprensione, e richiedono perciò attenta osservazione ed esperienza di lettura, in compenso amplificano le possibilità comunicative di contenuti, emozioni e sensazioni. Quest'utilizzo dei metalinguaggi non ha di per sé ancora un particolare valore artistico, come non lo troviamo nel normale parlare e scrivere. Per caratterizzarsi come “Arte” si richiedono ulteriori  qualifiche. Il nostro interrogativo è di capire e poi specificare il quid d’eccellenza che farebbe trascendere i vari linguaggi al livello superlativo di “Arte”. Un primo importante punto di partenza da considerare è che “l’ispirazione artistica” potenzialmente può vivere nell’interiorità di molte persone, ma si qualificherà come “Arte” solo quando s’imprimerà in una sostanzialità o azione esteriore, per essere visitabile e contemplabile.

ARTE premessa: alla base dell’ispirazione, desiderio, impegno di operare “sulla via dell’arte” si richiedono dunque, almeno “tre fattori di base” riguardanti:  tecnica, originalità, attualità.

Tecnica“ è la padronanza del mezzo richiesto per l’operazione di esternazione tramite linguaggio o forme metalinguistiche che devono anche essere appropriate, mirate, adeguate, calibrate per quella particolare comunicazione, cioè corrispondenza tra idea/emozione e il mezzo scelto per la rappresentazione.

"Originalità" e creatività, è la facoltà di assimilare il noto per produrre il nuovo. Si esprime con un’impronta formale stilistica personale, imprimitura di elementi che si distinguono dagli altri. Alcuni artisti hanno una storia di originalità stilistica ben identificabile che collega tutta la loro ricerca artistica, che può evolvere, rallentare o variare nel tempo, ma li caratterizza nella loro identitaria originalità espressiva. Troviamo però altri che si appassionano a temi e tecniche sempre nuovi e diversi nell’originalità, per i quali può essere difficile individuare il sottile filo personale che collega il loro lavoro. Esempi al negativo invece li rintracciamo quando beneficiando unicamente di padronanza tecnica, l’operatore copia l’originalità di altri. Oppure quando trovata una prima formula originale, essa viene  riproposta automaticamente per tutta la  vita per non perdere i consensi consolidati.

"Attualità” è la particolare congetturazione dell’idea ed emozione per lettura contemporanea, cioè correlata al presente di ogni tempo storico. Il “Tempo” come ente qualitativo, anche al presente, si sviluppa ed evolve con accelerazioni e rallentamenti, nelle varie parti della terra, vi è un interscambio stringente tra “tempo e umano” essi si infiltrano e influenzano reciprocamente, predisponendo le dinamiche generazionali dell’attualità, nel bene e nel male. Le consapevolezze personali, politiche, sociali, economiche, sono sempre in ritardo rispetto l’orologio e le richieste dell'avanzare del "Tempo", l’artista dovrebbe coglierle, percepire, cavalcare l'onda avanzata e segnalarla, operando con linguaggio correlato a essa. Intendiamoci, nell’attualità si può trattare di tutto e di tutti i tempi, passati e futuri ma rivisitandoli appunto con chiavi di lettura del presente e facendo emergere il suo puro e impuro.

ARTE primo livello (dell’estetica).
I tre fattori basali elencati - originalità, tecnica, attualità - caratterizzano il primo piano d’osservazione sull’artisticità, il più frequentato. Personalità con innata ricettività e talento tecnico/creativo o educato pazientemente, trasferiscono le loro potenzialità su elementi plasmabili. Piano questo in cui prevale l’estetizzazione formale, pittorica, geometrica, architettonica, ecc. e non intendendolo restrittivamente come codice del “bello” che rasserena e rassicura ma nel concetto moderno di sensorialità soggettiva immersa nelle oscillazioni del gusto, quindi tutto ciò che si presenta nell’infinito mare delle forme e cromatismi.  Su questo piano è concepibile che l’artista possa esplicare le sue doti finalizzandole anche a  progettazioni e produzioni utilitaristiche: cose di buona o alta qualità, curiosità, stranezze, arredamento, illustrazione, artigianato, pubblicità, moda. Infatti, richiamiamo l’attenzione sul particolare che i “tre fattori basali” si possono applicare anche ai più svariati settori come al commercio, all’industria, alla scienza ecc. Per ogni ramo delle ricerche e professioni impiegando originalità, tecnica e modernità, si va a pronunciare con ciò una marcia in più.
La maggioranza dei manufatti comunemente considerati artistici, rientrano su questo primo livello, limitato al “prevalere” del fattore estetico, dove eventuali titolazioni forzate saranno ininfluenti nel far emergere un vero contenuto. Per la vera questione dell’arte tutto questo non ci aiuta. Comunque un artista non sempre si troverà stabilizzato su un unico piano, in tempi diversi potrebbe operare anche su altri livelli.

ARTE secondo livello (del contenuto aggiunto)
Ora esaminiamo le opere che intendono presentare intenzionalmente “vissuti contenutistici” su griglie ideoformalizzate ricettibili per l’attualità. Naturalmente i contenuti si generano a monte in un entroterra informale psicologico/emotivo, oppure da precise considerazioni sociali, culturali, ideali. Omettiamo per ora la complicazione dell'esaminare la qualità dei contenuti, accorpando sia quelli così detti elevati, che quelli estremi, provocatori, irritanti, tragici, ironici, miscele ibride, ingegnerie tecnologiche, informatiche, ecc.
Ciò che si esclude tassativamente per accedere a questo piano è la compromissione con un fine utilitaristico, vale solo il puro desiderio o necessità di esprimere il portato interiore, sentito o pensato. Compensi per l’opera che in un secondo tempo potrebbero arrivare sono previsti e accettabili ma non dovrebbero interferire o condizionare l’ispirazione iniziale. Quando un contenuto è forzato per essere funzionale alla mercificazione si evidenzia facilmente come finto, allora l’opera va catalogata al piano precedente.  La formula per questa formattazione contenutistica potrebbe essere: personale ispirazione interiore ed elaborazione di pensiero/emozione espressa di per sé, non avendo in mente  fini di lucro, o altri interessi.
Questa formula suona corretta e dice che per questo piano si richiede anche una “personale onestà d’ispirazione”.
Ora per procedere al piano superiore si pone l’arduo quesito di individuare e selezionare, la qualità dei contenuti e, individuare i membri del mondo culturale accreditabili a stabilire e riconoscere questi valori. Per sbrogliare questo intrigo dovremo alzare il tono del nostro filosofeggiare.

ARTE terzo livello (del valore aggiunto)
Interrogarsi e risolvere la questione del valore dei contenuti delle opere richiede primariamente una specificazione per questo terzo livello. Precedentemente abbiamo rilevato che “l’ispirazione artistica” e quindi il contenuto del tema, chiaro o ancora informale che sia, prima di prender sostanzialità si trova nell’interiorità dell’artista, è quindi il valore del contenuto è già presente nel vissuto dell’anima, ed è qui che dobbiamo indagare.
Volendo concettualizzare l’anima, ovvero l'interiorità, non troviamo puntelli d’aiuto solidi dalla psicologia, scienza, religione, che nonostante gli sforzi non ci consegnano uno scenario chiaro, approfondito e convincente. Per il momento, ci affidiamo all’esperienza elementare e diretta di ognuno, cioè anima come contenitore interiore del vissuto di pensieri, sentimenti, emozioni, utilizziando un termine generico di “anima psichica”.
“Iniziamo il viaggio sul nostro pianeta con una predisposizione animica e intellettuale alla quale poi si aggiunge l’influenza dell’educazione e dell’ambiente. All’età della ragione ci ritroviamo con un bagaglio interiore grezzo o fine (e tutte le combinazioni intermedie: sentimento raffinato e pensiero limitato o viceversa).Chi si accontenta (gode) e rimane immobile nello stato in cui si ritrova, altri s’impegnano nell’auto-accrescimento, il che significa aprirsi al percorso filmico, antropologico e spirituale della storia, osservare e accogliere allargate esperienze di vita, con tutti i sottili risvolti dei fenomeni umani, e quindi, rapportare il tutto a sé e alla cultura del presente”.

Ecco! Questo fulmineo percorso dell’umano, ci è servito per identificare come questi “migliorandi” con il loro ricco contenitore animico-intellettuale, sarebbero all’unanimità candidati a concordare e diffonderle i valori  richiesti per l'arte dal terzo livello. Ovviamente dando per scontata la padronanza nei tre fattori di base (altrimenti potremmo avere una notevole ricchezza interiore espressa con tecnica, originalità e attualità inadeguate, con apprezzabilità quindi inferiore a un opera solo formale ma tecnicamente  ineccepibile).
La questione però, per la definizione del "valore aggiunto", ancora non è risolta. La complicazione sta nel fatto che questi soggetti “arricchiti”, per supportare meritocrazie, sono mossi da dotte acquisizioni variegate e a volte totalmente contrapposte. Per cui non possono confluire in un organico assetto teoretico, né in un reciproco apprezzamento capace di formulare un concetto condiviso di "Arte": cioè  una base di cultura filosofica, di conoscenze e competenze che si possano aggregare verso un teorema allargato condivisibile. Esse invece sminuzzano orizzontalmente in una schizofrenia valutatoria.
Con ciò, tanto ragionare ci riproietta al punto di partenza, dove appunto troviamo le svariate esternazioni valoriali che ne conseguono, come le “citazioni sull’arte”. Tante tesi colte, per tanti gruppi di addetti ai lavori che sostengono e conferiscono investiture di eccellenza.
Questa drammatica o grottesca situazione purtroppo esonda anche su tutte le grandi questioni etiche, culturali e sociali. Infatti lo stordimento è già molto alto, a rischio d'esplosione.
Tornando all’arte, abbiamo un terzo livello, copia del secondo, solo più colto. Questo ci porta a concludere che il ragionamento filosofico non è tarato per delineare  “valori obiettivi partecipati” ed è per questo motivo che tutte le teorie dell’arte patiscono limiti. Quindi lo status di “valore aggiunto” rassegnamoci, sarà aggiudicato e codificato, caso per caso, secondo “gusto e criterio” dei vari accorpamenti culturali, oppure da potentati che si impongono in modo esponenziale.
A questo livello dunque per “arte” s'intenderebbe l’esternalizzare le personali e intelligenti consapevolezze o sensibilità, sensismi, visceralità, gusti, fantasie, normalmente esplicate da tutti i soggetti psicocaratteriologici nelle forme curricolari, ma che, nel contesto dell’arte vengono supportate da magistrale specializzazione nei “tre fattori di base”.

Arte, è tutto qui? O vi è un’Oltre da svelare?

Filosofia - continua